Un Blog nel 2025? Avanguardia pura.

TikTok non fa per me, su Instagram c'è troppa confusione… e Blog sia!

Ho 40 anni e credo di essere troppo grande per la velocità caleidoscopica di TikTok. Potrei anche divertirmi a fare quei video pieni di outfit alla Vicky Montanari, che trovo unica, ma non sono per me. Perché? Perché se iniziassi a postare quel genere di contenuti, oltre alla schiavitù che ne deriverebbe nel doverli concretamente realizzare, non sarei la prima né l'ultima a farlo e soprattutto c’è TROPPA MODA. Look del genere sono adorabili ma a mio avviso non riflettono la realtà di come ci si veste nella normalità, sono una bolla della moda, a Milano, che già di per sé è una bolla. Esiste infatti tutto un mondo là appena fuori di ragazze, donne e signore che hanno voglia di vestirsi bene, seguendo anche la moda ma senza i suoi estremismi.

Sono anche un po’ stufa dei contenuti moda su Instagram. Seppur gradevoli, sono tutti uguali, patinati, studiati per piacere all’algoritmo più che alle persone. C'è talmente troppo di tutto che forse mettere in evidenza l'autenticità è l'unica soluzione per differenziarsi e farsi prendere sul serio. Non sono un’influencer e non ho velleità di diventarlo. Sicuramente sarebbe divertente mostrare i miei look e non escludo di farlo in maniera saltuaria, ma non voglio incentrare tutto su di me in modo egocentrico. Anche Per una questione di credibilità.

Spero di fare la differenza nel comunicare davvero quello che penso, proprio come consiglio alle mie amiche e alle mie clienti di vestirsi: mixando tutto. Il pezzone di un brand di ricerca con quello vintage o second hand e il low cost intelligente. E soprattutto senza seguire le tendenze in modo ossessivo, perché dopo 15 anni da fashion buyer so benissimo come funziona. Credetemi, ho una carrellata di look nel cassetto che mi facevano sentire cool, ma che puntualmente generavano lo sconforto di mia madre ogni volta che tornavo a casa a Padova. "Amore, ma se ti vesti così, non troverai mai il fidanzato!" Una frase che mi faceva innervosire tantissimo: "Mamma, ma io mi devo piacere per me stessa, eccetera, eccetera!" Sta di fatto che l’ho conosciuto praticamente in concomitanza con la fine della mia vita da buyer. Coincidenze? Io non credo. Ma questa è un’altra storia!

Perché un blog?

Il blog è talmente anacronistico che, paradossalmente, mi sembra il posto più autentico in cui raccontarmi. Una sorta di stanza tutta per me, accogliente e senza filtri, dove posso scrivere di moda così come la vivo in questo momento storico. Le abitudini cambiano, le occasioni d’uso si trasformano, e se da un lato amo ancora lo shopping, dall’altro ormai lo faccio più con la fantasia che nella realtà. Più che acquistare per me (che ho un archivio che potrei affittare), mi piace immaginare gli abbinamenti perfetti per le persone che conosco. Perché ormai so cosa mi piace, cosa mi sta bene e cosa invece non fa per me.

Una volta compravo per impulso, vittima di una FOMO inutile, accumulando capi e accessori che finivano dimenticati dopo un solo utilizzo. Oggi, invece, consiglio quei pezzi a chi ha davvero la fisicità, lo stile e il mood giusto per portarli. È quasi terapeutico, più per me che per loro. Loro si piacciono, e io mi sono liberata da quel “pruritino” di spendere, perché finalmente vedo fissati nei loro look quell’abbinamento o quel dettaglio che altrimenti non sarei riuscita a trattenere, come se lo avessi fermato su una tela.

Qui troverete le mie ispirazioni settimanali, senza schemi rigidi, ma sempre con un occhio alla realtà e a ciò che fa davvero la differenza in un look: la furbizia di saper abbinare e la capacità di cercare con criterio quando si compra.

Non voglio espormi troppo o fare promesse. Se abitui chi ti legge a una routine, poi devi mantenerla, e io voglio essere libera. Libera di scrivere quando ne ho voglia, quando sono dell’umore giusto, senza sentirmi negligente verso nessuno, tantomeno verso me stessa.

Il mio look oggi

Per la maggior parte delle persone, forse, vesto ancora in modo eccentrico. Ma io, finalmente, mi percepisco normale. Mi sento molto più in linea con chi sono davvero, senza essere più schiava di quei look che sfoggiavo negli showroom, da Milano a Parigi. Perché l’habitat del buyer è una nicchia ristretta e selettiva, dove il modo in cui ti vesti è un codice di appartenenza. Comunichi chi sei anche attraverso l’ultimo stivale del momento – anche se ha un tacco che "ti fa sembrare un minotauro” (cit. mamma) o una spalla XXXL che “sembri Garibaldi”.

Ed è tutto corretto: quando sei sulla giostra, lo fai ed è giusto così. Nessuna critica a chi è ancora sul Tagadà, né voglio fare la paladina di niente o la morale a nessuno. Semplicemente, per chi è interessato, posso dare un punto di vista da ex fissata che è tornata “normale” – o meglio, che ha trovato un equilibrio più suo, senza più vestirsi per un ruolo.

Cosa sto facendo ora?

In questa nuova veste di personal shopper, sto facendo tutto da sola: il sito e questo blog su SpaceSquare, la newsletter su Mailchimp, i contenuti creati in una combo isterica tra Mac e iPhone, PhotoRoom e PowerPoint. Su Instagram mi cimento con i reel, confezionati tra imprecazioni e perdita di diottrie su CapCut. Il risultato è casereccio, ma spero che il messaggio arrivi comunque: attraverso i miei servizi – il moodboard express, la roulette dei look nel guardaroba e le newsletter – amo aiutare le persone a valorizzarsi e sentirsi belle. Se anche solo una minima parte di chi mi segue trova utili i miei consigli, ne sono felice.

Da piccola adoravo Il Brutto Anatroccolo, quel programma in cui con trucco e parrucco le donne cambiavano come per magia. Io vorrei fare lo stesso con gli outfit, perché a volte basta davvero poco: non è questione di soldi o di fisicità, ma solo di attitude!

Cosa troverete qui?

Ogni settimana pubblicherò look o pezzi che mi hanno colpito, magari con proposte per tutte le tasche (dream vs reality), spiegando come abbinarli. Uno sguardo alle passerelle ci sta, ma senza cadere nella trappola del trend imposto tipo "ora va tutto over". Perché no, non è vero che esiste solo l'over o solo il fittato: ormai vale tutto. L'importante è saper valorizzarsi e assecondare il proprio stile, senza crisi esistenziali davanti all'armadio, caffè alla mano, aspettando un'illuminazione.

Se mi seguite su Instagram o nelle mie newsletter (iscrivetevi, daii!), lo avrete già capito. E nelle sessioni di wardrobe pairing? Lì ce la chiacchieriamo alla grande… (volete provare?).

Perché un blog e non altro?

La mia penna non è giornalistica: non ho la cultura di Andrea Batilla, né l’acutezza di Alessandra Airò, tantomeno il guizzo di Giulia Torelli o il seguito di personal shopper bravissime che stimo molto. Ma spero comunque di riuscire a comunicarvi i miei consigli per gli acquisti, come direbbe Mike (e qui si vede tutto il mio made in 1984!), con freschezza e autenticità.

Ho scelto il blog anche perché mi piacerebbe che a leggermi fossero non solo i miei coetanei, ma anche chi di Instagram se ne frega o lo usa pochissimo. Tipo mia mamma e le sue amiche, che con i social hanno un rapporto borderline, ma a un blog potrebbero dare una chance.

Magari mi leggerete in quattro gatti, magari no. Ma se qualcuno vuole commentare, fare una richiesta o lanciare uno spunto, è il benvenuto. Dopo anni, ho ritrovato quella fiammella di passione che mi fa dimenticare di mangiare (e già qui è un’impresa, dato che ho sempre fame) e dormire (che resta comunque la mia cosa preferita al mondo). Solo per questo mi sento di buttarmi in questa avventura, certa che mi porterà in strade che ancora non posso immaginare.

ah..ci tengo: Gemelli ascendente Scorpione!

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Il bomber che (non) mi serve.